Capitolo 26    )        Sistemi con ritardo

 

 

Oltre alle costanti di tempo che caratterizzano i sistemi da controllare, può essere riscontrato in alcuni di questi un  ritardo (delay)  sul segnale in uscita, rispetto al segnale in ingresso, ritardo che complica non poco la regolazione del sistema.

 

Spesso tale ritardo è dovuto semplicemente al rilevatore del segnale in uscita, ad esempio se questo è situato ad una certa distanza dalla posizione in cui forma il segnale stesso.

Per chiarire  una situazione di questo tipo, è opportuno ricorrere alla comune esperienza della doccia: se si tenta di regolare bruscamente la temperatura dell’acqua si rischia di oscillare fra momenti di acqua caldissima  e momenti di acqua fredda senza raggiungere la temperatura desiderata.

Ciò è dovuto al ritardo di percezione causato dalla distanza che l’acqua deve percorrere fra i rubinetti di miscelazione (regolatore) ed il corpo (sensore), quindi dal tempo che impiega l’acqua a percorrere tale distanza.

 

Nel caso di regolatori automatici classici (analogici), la presenza di un  ritardo puro che non sia trascurabile nei confronti delle costanti di tempo, costringe in generale ad un abbassamento delle prestazioni, rendendo soprattutto lento l’anello chiuso di regolazione.

Al contrario, i regolatori digitali hanno intrinsecamente la possibilità (almeno in linea teorica) di annullare l’effetto del ritardo, sia questo costante o variabile.

 

Fig. 26.1   -   Risposta a un gradino (Rif = 100)  di un sistema con costante di tempo (T = 40) e ritardo (t = 60).

 

 

La Fig. 26.1 mostra in dettaglio l’effetto del ritardo sulla risposta del sistema, ed è facile immaginare che se un tale sistema si trova all’interno di un anello chiuso di regolazione contenente un integratore, quest’ultimo continua ad integrare il massimo dell’errore per tutto il tempo di ritardo, con conseguente saturazione.

Solo quindi un tempo di integrazione che sia molto più lungo del ritardo, consente di stabilizzare l’anello ma, come si è detto, con conseguente rallentamento della risposta complessiva.

 

Per evitare tale inconveniente, si dovrebbe disporre di una retroazione  ‘depurata’ dal ritardo, costruendo un blocco che abbia le medesime caratteristiche del sistema (cioè gli stessi guadagni e le stesse costanti di tempo) ma senza il ritardo.

Matematicamente, il ritardo t può essere espresso con la sua trasformata di Laplace   e-ts  (vedi tabella al capitolo 7) per renderla compatibile con le espressioni delle funzioni di trasferimento, ed in tal caso la funzione di un blocco rappresentante il processo da controllare risulta e-ts·Gp(s), dove Gp(s)  è appunto la pura funzione di trasferimento.

 

La  Fig. 26.2a  mostra una possibile soluzione del problema posto, nota come  predittore di Smith.

 

Fig. 26.2a   -  Configurazione di regolazione con predittore di Smith.

 

 

Una semplice analisi del comportamento di tale configurazione 1)  evidenzia infatti che il regolatore non  ‘vede’  più  il ritardo, risultando equivalente alla configurazione della Fig. 26.2b.

 

Fig. 26.2b   -  Configurazione equivalente al predittore di Smith

 

 

Il problema è così teoricamente risolto, salvo l’osservazione che  Gp(s) deve essere esattamente identificato e che deve ritenersi assolutamente costante, ma  la realizzazione pratica  del predittore di Smith con tecniche analogiche  rimane difficoltosa.

 

 


1) Dalle relazioni           err = Rif - y - u·(1-e-ts)·Gp                u = err·Gr =  y / (e-ts·Gp) 

eliminando  err  ed  u, si può ricavare       y/Rif = e-ts·(Gr·Gp/ (1+Gr·Gp)) , cioè la funzione di trasferimento globale che corrisponde alla  Fig. 26.2b.

 

 

Il ricorso a tecniche digitali semplifica la soluzione, osservando che in questo campo il ritardo  t  è esprimibile  semplicemente come   z - n(t), dove

n(t) = t / DT 26.2) .

Ciò  significa che il ritardo può essere espresso in un numero  n(t)  di campionamenti  DT  equivalente  a   t.

 

La funzione di trasferimento in forma digitale (funzione in  z)  del processo è quindi semplicemente la  S(z), come visto a pag. 22-1, moltiplicata  per il ritardo  z-n(t).

L’errore  all’ingresso del regolatore con predittore di Smith è allora 

err  =  Rif - y - u·(1- z-n(t))·S(z)      mentre l’uscita è  u =  err·R(z)

 

Supponendo per semplicità che il processo abbia una sola costante di tempo ed il regolatore sia di tipo PI, si ha

 

S(z) =  a0s / (1- b1s·z-1)              e           R(z) = (a0r + a1r· z-1) / (1- b1r·z-1)

 

Utilizzando i coefficienti ottimizzati per avere una risposta complessiva  Td (fig. 22.2 ) è possibile simulare il comportamento dell’intero sistema calcolando per ogni istante  DT  i valori di  err, u  e   y.

 

La  Fig. 26.3 simula questo comportamento sia con semplice regolatore PI, sia con l’aggiunta del predittore di Smith.

 

Si sono mantenuti per il processo gli stessi valori della Fig.26.1, e si è ipotizzata una risposta complessiva desiderata Td = 80 (ms).

Malgrado questa scelta di risposta abbastanza  lenta (il doppio di T) si dimostra che senza predittore si ha una sovraelongazione del 25%, quindi inaccettabile.

Una scelta di risposta più veloce porterebbe ad un andamento decisamente oscillatorio e solo l’inserimento del predittore  consente di ottenere una risposta ottimizzata.

 

La Fig.26.4 mostra una possibile implementazione del regolatore predittivo con il calcolo algebrico dei parametri di una struttura generalizzata (3 al numeratore e  4 al denominatore), dalla quale potrebbero essere ricavati i coefficienti di strutture normalizzate (occorrerebbero 2 blocchi biquadratici, vedi cap.18).

 

Si evidenzia che il valore dei coefficienti può essere molto critico, per cui deve essere valutato l’effetto degli inevitabili arrotondamenti. 

 

 

Fig. 26.3  - Simulazioni  del comportamento di un processo con ritardo, regolato senza e con predittore di Smith.

 

Si sottolinea inoltre che, come già citato, simili soluzioni richiedono la perfetta conoscenza dei parametri del processo (nonchè la loro costanza nel tempo), il che ne potrebbe rende impraticabile  l’impiego.

 

Per questi casi, si consiglia un approccio sempre digitale, meno teorico, ma senz’altro più ‘affidabile’.

 

 

Uno dei metodi più banali per diminuire gli inconvenienti del ritardo è una regolazione campionata, che agisca cioè solo in determinati istanti, rimanendo poi in attesa, prima di esaminare l’effetto conseguito.

 

In altre parole, la regolazione viene periodicamente ‘congelata’, per permettere che il sistema si stabilizzi prima di effettuare un’ulteriore correzione.

 

Fig. 26.4   -  Calcolo  parametri del regolatore predittivo normalizzato e simulazione del sistema risultante (anello chiuso).

 



2) Si veda l’equivalenza a pag.17-1 fra la trasformata z a quella s:  z - n(t) = e - n(tDT·s = e-ts