Capitolo 11 )    Osservazione  dei  segnali  mediante  ‘finestre’

 

 

 

Si è visto che lo spettro di frequenza risultante da un segnale dipende anche dal tempo di osservazione  T.

 

La  Fig. 10.3  può essere scelta come punto di partenza per un’indagine più approfondita  sulla distorsione, in funzione di  T, del segnale ricostruito.

 

In tale figura è rappresentato lo spettro di un segnale  sinusoidale  f = 1.5 Hz, convertito per un intervallo  T = 2.5 sec. Poichè il numero di campionamenti scelto è  N = 20, si ha  fc = N/T = 8 Hz, quindi la banda base dello spettro è  compresa fra  0  e  4 Hz, con   N/2 = 10  frequenze discrete, distanziate fra loro di  0.4 Hz.

 

Il segnale ricostruibile  con tale spettro è quindi  la somma di  10 armoniche, di cui quella più significativa è  di  1.6 Hz.

 

Se il tempo  T  fosse stato esattamente uguale a  1/f  (o a un suo multiplo), lo spettro base sarebbe costituito dalla sola frequenza  f . Questo è infatti il caso particolare per cui  l’intervallo di osservazione  T uguaglia il periodo  P del segnale (indipendentemente dal fatto che i due coincidano o siano ‘sfasati’).

 

In tutti gli altri casi  dobbiamo considerare  che il segnale ricostruito tenderà a riprodurre solo la parte del segnale originario campionata nell’intervallo  T.

 

Se per esempio si assume  T = 1 sec, come in Fig. 11.1, si osserva solo un periodo e mezzo del segnale sinusoidale di  1.5 Hz.

La ricostruzione  mostra  ovviamente notevoli discontinuità agli estremi.

 

Assumendo  T = 3 sec (vedi ancora la  Fig. 11.1) si ha ancora discontinuità, ma questa è attenuata per l’effetto di un’osservazione più prolungata.

 

Si noti che per mantenere costante il campionamento  fc si è opportunamente adeguato in ciascun caso il numero   N  di campionamenti  ( rispettivamente 8 per 1 sec e  24 per 3 sec).

 

Il fatto che  lo spettro di un segnale sinusoidale campionato in un tempo discreto e non uguale al periodo del segnale, risulti  composto da più armoniche deriva, come visto nel capitolo precedente, dal prodotto di convoluzione delle frequenza del segnale per lo spettro dell’impulso rettangolare di ampiezza unitaria corrispondente all’intervallo di osservazione.

 

Questa  dispersione spettrale (nota nella letteratura tecnica come spectral  leakage) è quindi causata  dalla  finestra’ (window) con cui si osserva il segnale.

 

 

 

 

Fig. 11.1   -     Esempi di distorsione nelle ricostruzione del segnale in funzione del tempo di osservazione.

 

 

 

Per ridurre la  discontinuità del segnale agli estremi  dell’intervallo di osservazione è pensabile di ricorrere ad altre forme di finestre, diverse da quella rettangolare.

 

La  Fig. 11.2  mostra  l’ultimo caso trattato, con la semplice sostituzione della forma della finestra da rettangolare a triangolare.

 

 

            Fig. 11.2   -     Utilizzo di una finestra triangolare anzichè rettangolare.

 

 

Come si vede,  lo spettro risulta in pratica ridotto a due sole armoniche della stessa ampiezza, una a 1.333 Hz  e  l’altra  a  1.666 Hz  (valori  multipli di  1/T, essendo  T=3 sec), mentre le altre sono trascurabili.

 

 La forma d’onda ricostruita nel tempo è una sinusoide a 1.5 Hz (come l’originale), ma modulata in ampiezza  con un periodo che è funzione della differenza fra le due componenti [1]).

 

 

Fig. 11.3   -   Ricostruzione  del  segnale della  Fig. 11.2.

 

 

L’esempio di ricostruzione in  Fig. 11.3 , con la compensazione della finestra utilizzata, è puramente indicativo per mostrare le possibilità di calcolo, ma l’utilizzazione di finestre non ha certamente lo scopo di  migliorare il segnale ricostruito, quanto quello di permettere una più significativa interpretazione dello spettro.

 

La tecnica delle finestre di osservazione (windowing), consente infatti di far risaltare le frequenze significative del segnale, attenuando invece quelle derivanti dalla limitazione del tempo di campionamento.

 

Numerosi autori hanno proposto forme diverse di finestre d’osservazione, per cui la letteratura tecnica è ricca di alternative.

La  Fig. 11.4  mostra le forme che risultano generalmente le più adottate in pratica.

Eccetto la triangolare, tutte le altre finestre hanno una forma a campana con un effetto più o meno accentuato sulla riduzione delle armoniche laterali.

 

La finestra di Kaiser, basata sul rapporto fra funzioni di Bessel e quindi di più difficile calcolo, ha un coefficiente (qui indicato con  a) che permette di allargare o restringere la forma a campana. Ciò permette una maggior flessibilità  d’utilizzazione, quindi una possibilità di ottimizzare la forma dello spettro risultante

 

 

Fig. 11.4   -     Tabella delle più comuni finestre di osservazione

 

 

A titolo d’esempio applicativo si riporta in  Fig. 11.5 il caso di un segnale composto da due frequenze, rispettivamente 12 e 18 Hz, in cui le ampiezze sono di  1 e  0.05.

 

Data la grande diversità di ampiezza è opportuno ricorrere ad una scala logaritmica, quindi esprimere le ampiezze in decibel (dB), come già visto a pag. 34.

Gli spettri della figura sono riferiti  ad un livello di -40 dB, cioè ad 1/100. In tale scala l’ampiezza dell’armonica a 18 Hz risulta di   20·log(0.05)= -26 dB, mentre ovviamente quella a 12 Hz  è  20·log(1)=  0 dB.

 

 

Fig. 11.5   -     Esempio di utilizzazione della finestra di Kaiser .

 

 

Con una finestra rettangolare di 1 sec (cioè considerando direttamente i valori  rilevati dal campionamento della durata di 1 sec ), si ha uno spettro esatto.

Infatti  T=1 sec corrisponde ad una scale di frequenze multiple di  1 Hz, quindi le due frequenze  originali sono perfettamente identificate.

 

Ciò è evidentemente un caso, ma in generale sarà più probabile avere uno spettro con dispersione (leakage). Se per esempio la frequenza f1 fosse 12.5 Hz, anzichè esattamente 12,  si avrebbe il secondo spettro di  Fig. 11.5.

Per evitare la dispersione sarebbe in questo caso necessaria una finestra rettangolare di  T=2 sec oppure, almeno per ridurla, ricorrere  ad una finestra  sempre di 1 sec ma di tipo  a  campana.

 

Utilizzando una finestra di tipo Kaiser, cioè moltiplicando ciascuno dei 128 valori del segnale rilevati  in 1 sec di osservazione per il  corrispondente valore  wn  di detta  finestra, si ottiene il terzo spettro della  Fig.11.5 in cui, malgrado le notevoli attenuazioni introdotte, si possono individuare chiaramente le frequenze originali. 

 



[1])  Se  f1  e  f2  sono due frequenze di ampiezza unitaria, la loro somma  produce una frequenza di valore uguale alla loro media, modulata in ampiezza con una frequenza che è la metà della loro differenza.  Infatti con    a=2·p·f1·t   e  b= 2·p·f2·t  , vale l’identità trigonometrica:

                           sen (a) + sen (b) =  2 · sen[(a+b)/2] · cos[(a-b)/2]

Nel caso considerato la frequenza di modulazione è  (1.666-1.333)/2=0.166 Hz , quindi il periodo è  6 sec (anche se in realtà la forma d’onda si ripete identicamente ogni 3 sec)